Roma - Alla fine degli anni '90, l'europarlamentare radicale belga Oliver Dupuis, a Roma per una conferenza stampa, spiega ai giornalisti attoniti che il caso Dutroux è qualcosa di più di un'atroce vicenda di pedofilia assassina.


Il mistero dell'orco rimane: le vittime erano destinate ad altri?

Il “mostro” di Marcinelle, racconta, era in realtà solo un intermediario, un procacciatore di carne minorenne ai veri pedofili, che li usavano per le loro violenze e per gli snuff movies, i filmini in cui la vittima viene realmente torturata e uccisa. Racconta di cacce sanguinarie ai bambini in boschi e tenute nobiliari, usando feroci doberman.

Dupuis non è un visionario. E sono molti a pensare - e lo stesso “mostro” lo ha confermato alla vigilia dell'udienza - che dietro il sequestro e l'omicidio delle bambine si nasconda una realtà ancora più mostruosa. Quello che è certo è che molta parte della lunga indagine non arriva al processo, e che il processo parallelo viene di fatto svolto solo dai giornali. In Belgio, la fiducia nella gendarmeria non ha mai toccato livelli così bassi. Errori, omissioni, testimonianze scomparse, depistaggi. Ci fu anche un momento in cui Marc Dutroux riuscì a fuggire, e fu catturato per caso da un guardiacaccia ignaro. Cosa che costò la poltrona a due ministri. Una storia non molto diversa dai tanti misteri italiani che coinvolgono il potere. Quello che appare oggi difficilmente comprensibile, e che viene spiegato con errori e incapacità poliziesche, potrebbe avere radici ben più profonde. Marc Dutroux finì in carcere nel 1996, per il sequestro di sei bambine e la morte di quattro di loro. Ma le bambine, in Belgio, avevasno cominciato a scomparire già nel 1982. E già allora veniva indicato un certo Marc, «uomo delle montagne», che circolava in moto. Le tracce arrivano anche a Michel Nihoul. E tuttavia l'unica pista battuta resta quella dei maniaci, mentre, una dopo l'altra, le bambine vengono trovate morte.

Finché non viene fuori la testimone “X”. Il suo nome, si saprà poi, è Regina Louf, che si dichiara pronta a fare rivelazioni. Non viene ascoltata. Un informatore della polizia di Charleroi soffia ai poliziotti che Dutroux sta costruendo nascondigli per i bambini destinati ad essere venduti all'estero. Ha offerto anche a lui, dice, 50 mila franchi per ogni bimbo sequestrato. Dutroux viene posto senza sorveglianza, ma i gendarmi non trovano nulla. Non lavora ed è pieno di soldi.

Regina Louf viene alla fine ascoltata. Rivela di essere stata vittima, tra gli anni '70 e '80, di un giro di pedofili che torturava e uccideva i bambini. Fa nomi, descrive luoghi, le morti, parla du Dutroux e dei suoi complici, fornisce una piantina della casa. I poliziotti vanno a casa. In cantina ci sono già due delle vittime che verranno trovate sepolte nel giardino del “mostro”. Non trovano niente. Si scopre invece che il giudice è amico di Nohuil. Salta, come prima lui aveva fatto saltare gli investigatori. Regina Louf diventa «testimone inattendibile». Dove la verità?

a.s.

Fonte: http://web.radicalparty.org

 


 

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