Il buco nero si trova al centro della galassia NGC 3147 distante 130 milioni di anni luce da noi (a destra come potrebbe apparire) (credito: Hubble Image: NASA, ESA, S. Bianchi (Università degli Studi Roma Tre University), A. Laor (Technion-Israel Institute of Technology), and M. Chiaberge (ESA, STScI, and JHU); illustration: NASA, ESA, and A. Feild and L. Hustak (STScI).



Un gruppo di ricercatori ha analizzato un buco nero supermassiccio con un disco di materiale che ruota vorticosamente intorno a esso “così vicino che la velocità e l’intensità della forza gravitazionale influenzano il modo in cui i fotoni di luce appaiono”, come specifica Stefano Bianchi dell’Università degli Studi Roma Tre, il primo autore dello studio.  Il buco nero, che ha una massa di circa 250 milioni di volte quella del sole, si trova al centro di una galassia distante da noi 130 milioni di anni luce e denominata NGC 3147. Secondo gli astronomi che lo stanno studiando, la presenza di un disco così vicino all’orizzonte degli eventi del buco nero potrebbe offrire “un’opportunità unica per testare le teorie della relatività di Albert Einstein”. La particolarità di questo buco nero sta nel fatto che non ha abbastanza “cibo” da ingurgitare intorno a sé: il disco di materiale è dunque così sottile da contrarsi e poi gonfiarsi come una ciambella invece di diventare appiattito. Precedentemente si pensava che al di sotto di un determinato livello di luminosità, il disco di accrescimento non può più esistere, come spiega Ari Laor, dell’Istituto tecnologico Technion, Israele: “Quello che abbiamo visto è stato qualcosa di completamente inaspettato, abbiamo trovato il gas in movimento che produce caratteristiche che possiamo spiegare solo come prodotto dal materiale che ruota in un disco sottile molto vicino al buco nero”. Secondo Bianchi è un tipo di disco che ci si aspettava di vedere solo in oggetti che sono 1000 o anche 100.000 volte più luminosi. Ne consegue che le teorie attuali riguardanti i modelli di questi dischi di accrescimento intorno a buchi neri devono essere in parte riviste. L’altra caratteristica interessante delle osservazioni, effettuate con il telescopio spaziale Hubble, sono relative al fatto che il gas è così direttamente collegato al pozzo gravitazionale del buco nero, essendo molto vicino ad esso, che la stessa sua luce ha difficoltà a propagarsi e quindi può essere intercettata solo a lunghezze d’onda più vicina al rosso. Lo studio è apparso su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

Fonte ed altri link: https://notiziescientifiche.it



 

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